giovedì 9 settembre 2010

Grandfathering e gli schiaffi di Papa Giovanni


Il chairman del Financial Stability Board Mario Draghi nella sua ultima lettera ai leader del G20 a Toronto nel luglio 2010 scrive : “Good progress has been made in recent weeks towards new global standards to strengthen bank capital and liquidity, and limit leverage…The quality and amount of capital in the banking system must be significantly higher to improve loss absorbency and resiliency” and that authorities “should provide transition arrangements that enable movement to robust new standards without putting the recovery at risk, rather than allow concerns over the transition to weaken the standards”.
Transition and grandfathering arrangements should also be designed to ensure that implementation does not have an adverse macroeconomic impact. The FSB and the Basel Committee, in collaboration with the IMF, are jointly assessing the macroeconomic implications of implementing the reform proposals in order to inform the phase-in and implementation horizon".
Grandfathering significa consentire agli operatori un periodo di tempo significativo per adeguarsi alle nuove norme. E’ una sorta di clausola di salvaguardia temporale prima della quale valgono ancora le vecchie regole. Sempre Draghi nelle Considerazioni del 31 maggio 2010 scrive: “Ma l’applicazione delle nuove regole sarà graduale; non comincerà prima che la ripresa si sia consolidata. Il passaggio verso la nuova definizione del capitale delle banche sarà lungo abbastanza da renderne trascurabili, durante la transizione, gli effetti sul valore di mercato delle banche e sul credito.”
Sembra che a Basilea ieri sia stato raggiunto un accordo che prevede l’inizio dell’applicazione dei nuovi criteri sia stato spostato al 2013. E dal 2013 le banche avranno 10 anni di tempo per adeguarsi ai nuovi parametri - tra gli altri - del Tier I al 6%. Siccome l’industria finanziaria sostiene che la riforma regolamentare potrebbe ostacolare la ripresa, è importante che le difficoltà del presente non portino a una diluizione degli obiettivi di lungo periodo, che devono rimanere fermi.
Il “Grandfathering” ricorda etimologicamente le carezze dei nonni. A me ricorda Papa Giovanni XXIII. L’11 ottobre 1958 il “Papa buono” – nel suo discorso in occasione della serata di apertura del Concilio Vaticano - uscì dalla finestra di Piazza San Pietro e disse con parole memorabili: “« Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa ».
Io immagino che se Papa Giovanni potesse oggi incontrare i banchieri - che tenacemente contrastano l’inderogabile connubio “Più capitale e meno debiti”- altro che carezze, gli mollerebbe un bello schiaffone.

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