venerdì 17 dicembre 2010

Germania rullo compressore

La porta di Brandeburgo a Berlino
Era dal 1990 – anno della riunificazione di Est e Ovest - che il Pil in Germania non saliva così. Nel 2010 dovrebbe crescere del 3,6%. Ma gli analisti di Deutsche Bank prevedono un +3,8%. Crescita da tigre asiatica. Nonostante una crisi finanziaria gravissima tra l'inizio del 2005 e l'autunno 2010, il numero dei disoccupati tedeschi è sceso da 5 milioni a meno di tre. L'Ocse ha appena previsto che nei prossimi anni il surplus con l'estero della Germania tornerà a superare quello della Cina.

Traino del boom, le esportazioni. La Germania è il secondo esportatore mondiale dopo la Cina. Da gennaio a giugno l’export di auto made in Germany è salito del 41%, del 25% quello di prodotti chimici. Un recente report della Bundesbank dice: “L’export continuerà ad avere un ruolo determinante nella crescita dell’economia federale, ma i suoi successi e i miglioramenti sul fronte dell’occupazione rafforzano in modo considerevole la domanda interna e la sua parte nell’andamento della congiuntura”.

L’IFO Institute di Monaco – noto sui mercati per l'elaborazione dell'indice di fiducia IFO – ha scritto di recente che “Retailers had become significanly more optimistic about prospetcs for next year, almost certainly because sharp falls in unemployment are likely to boost high street spending”.

Il comparto automobilistico – da Bmw a Volkswagen a Porsche fino a i big dell’indotto tagliano le ferie natalizie e aumentano gli straordinari per far fronte alla domanda in volo. “The German sports car maker (Porsche, ndr) said it would pay its 13.000 employees a performance bonus of 2.100 euro for the past financial year…Car sales rose by 86,4% year on year in the first quarter of its ramp financial year” (“Porsche reports 19% profit margin, FT, 25.11.10). Nel primo semestre 2010 l’export ha raggiunto i 458 miliardi di euro.

A fine giugno i disoccupati erano oltre 3 milioni, pari a un tasso di disoccupazione del 7,5%, mentre la media Ue viaggia intorno al 10%. Il rapporto deficit/pil nel 2011 andrà saldamente sotto il 3% (contro il 3,5% di quest’anno) - indicato dal Trattato di Maastricht e dal patto di stabilità.


I consumi – punto debole storico tedesco – sembrano risvegliarsi. Nel 2010 aumenteranno dello 0,5%, e nel 2011 e 2012 la Bundesbank stima una crescita dell’1,4%. Rimangono sul lato della domanda interna delle perplessità. Mr Cordes, ceo di Metro: “Let’s be honest – the German consumer is and remain a difficult animal. In the past, retail sales have neither soared nor nosedived on the swings in Geramn macroeconomics but have always been reassuringly stable”. Il Ceo di Gfk, società di ricerche di mercato ha detto: “Germans have suddently become the optimists of Europe in terms of propensity to purchase”. L’associazione dei distributori tedeschi si aspetta il miglior Natale in termini di consumo degli ultimi 5 anni.

Sintetizziamo i punti di forza del rullo compressore tedesco:

a) Export industriale al alto contenuto di eccellenze tecnologiche; il made in Germany è fortissimo in quattro settori: automobilistico, meccanica, chimico, farmaceutico. Le aziende tedesche vantano gli investimenti più alti al mondo in ricerca e sviluppo. Tra il gennaio 2007 e oggi, l'export tedesco verso la Cina è cresciuto dell'80%, quello verso l'India del 40%, quello verso la Francia non è variato e quello verso la Spagna è sceso del 20 per cento. Secondo i calcoli di Goldman Sachs, alla fine del 2011 la Cina sarà per la Germania un partner commerciale più importante della Francia.

b) Moderazione salariale e concertazione con i sindacati; la Mitbestimmung (cogestione) consente grandi ristrutturazioni senza costi sociali; come ha sottolineato di recente Lorenzo Bini Smaghi, nel comitato esecutivo della BCE: “Un aspetto essenziale è il funzionamento del mercato del lavoro in Germania. Tramite accordi sia a livello di settore che di azienda in Germania c’è un meccanismo che consente di remunerare di più i lavoratori delle aziende che hanno incrementi di produttività”.

c) Stabilità politica e rigore di bilancio. La Germania è la dimostrazione che il rigore di bilancio è compatibile con la crescita, con più export e con la fiducia di famiglie e imprese. “La Merkel è una donna di grande intelligenza e di eccezionale abilità politica. Ha puntualmente schiacciato e messo da parte tutti quelli che l’avevano sottovalutata e anche colui che l’aveva scoperta e valorizzata, Helmut Kohl. La Merkel non ha nessuna intenzione di abbandonare il progetto europeo e l’euro. Non intende espellere nessuno. Se succedesse lo considererebbe una sconfitta. E’ disponibile al salvataggio dei paesi in difficoltà, ma a condizione che si sottopongano a penitenze molto dure” (A. Fugnoli docet).

d) Grandi global player: Bmw, Volkswagen, Hoechst, Schering, Basf, Siemens;

e) Sicurezza del welfare. Uno strumento su tutti, il Kurze Arbeit, che permette nelle fasi di congiuntura negativa di ridurre l’orario di lavoro senza licenziare, con integrazioni dello stipendio da parte dello Stato;

f) Investimenti in capitale umano. Il governo ha consolidato e ridotto la spesa ovunque tranne che nella ricerca e nell’istruzione.

Anche le banche tedesche – punto debole nazionale, soprattutto le Landesbanken – beneficiano della ripresa. Il Financial Times scrive: “The country’s strong economic recovery meant writedowns from bad loans would be at the lower end of original expectations”. In ogni caso, secondo le stime della Bundesbank, per adempiere alle nuove regole di Basilea III dovranno aumentare il capitale di 50 miliardi di euro. “German banks face bad loan lossed of about 23bn euro this year and a similar amount in 2011, compared with 37bn euro in 2009”.

Mario Draghi
Non possiamo che essere d’accordo con Mario Draghi, che nell’intervista al Financial Times del 10 dicembre dice: “The german recent restructuring and reaction to the crisis is a role model for a variety of reasons”.

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