mercoledì 12 ottobre 2011

Le dittature sparano palle colossali. E le democrazie?

Kishore Mahbubani, il Dean di Lee Kuan Yew School of Public Policy, la più nota Università di Singapore – dove il merito è la priorità assoluta – è intervenuto sulle pagine del Financial Times criticando ferocemente l’Occidente e la sua tendenza a sparare palle colossali, definite big lie:

How do dictators survive? They tell lies. Muammer Gaddafi was one of the biggest liars of all time. He claimed that his people loved him. He also controlled the flow of information to his people to prevent any alternative narrative taking hold. Then the simple cell phone enabled people to connect. The truth spread widely to drown out all the lies that the colonel broadcast over the airwaves. Similarly in Egypt and Tunisia, the regimes lost control of the narrative. In short, technology has undermined dictators’ ability to lie to their people.

E le democrazie? Anche loro ci raccontano frottole. Sentiamo Mahbubani:

Kishore Mahbubani
So why are democracies failing at the same time? The simple answer: democracies have also been telling lies. Now we know, for example, that the eurozone project was created on a big lie. All the major European politicians assured their publics that the contradiction between monetary union and fiscal independence would be resolved by insisting on fiscal discipline. Any eurozone member that violated the 3 per cent budget deficit rule would be punished”.


All this was a big lie. When France and Germany breached the 3 per cent rule in 2003, nothing happened. This then opened the doors for others to break the rule (Portugal, Ireland, Greece and Spain). Even worse, Greece began lying to its European partners from the very beginning. To be fair to Greece, its European partners knew Greece was lying.

Europe is not alone. The American people are equally angry with their government. No US leaders dare to tell the truth to the people. All their pronouncements rest on a mythical assumption that “recovery” is around the corner. Implicitly, they say this is a normal recession. But this is no normal recession. There will be no painless solution. “Sacrifice” will be needed and the American people know this.

Don Luigi Sturzo
In un suo recente intervento in occasione del convegno organizzato dalla sapiente Linda Gilli di INAZ, http://www.inaz.it/ Marco Vitale insiste sul linguaggio della verità: “La sfida che abbiamo di fronte richiede a tutti ed in particolare agli uomini d’impresa di parlare, in modo nuovo, il linguaggio della verità.
Il deficit di verità è il più grave deficit del nostro Paese in questa fase storica. Per riavviare l’economia su un sentiero di sviluppo, dobbiamo, prima, semplicemente, rifondare la democrazia, nei suoi principi, nella sua etica, nei suoi meccanismi. Per fare questo dobbiamo anche chiamare all’opera i giovani ed aiutarli ad inserirsi rapidamente; che si mettano alla stanga, come diceva De Gasperi ai giovani democristiani nel 1947, anticipando e non ritardando il loro ingresso nell’assunzione di responsabilità. Dobbiamo farlo così parlando un linguaggio di verità, perché, come diceva Don Sturzo, senza verità non ci può essere libertà".

Ho già affontato in settembre il tema della verità, quindi per approfondimenti vi rimando al post: I mercati, le palle colossali e il linguaggio della verità.

Così chiude saggiamente Mahbubani: “Most people know what is happening. Hence, there is a simple way politicians can regain trust: tell the truth, even if it hurts. But they won’t until they learn that lying doesn’t work – it is not just dictators like Col Gaddafi who never will”.


Dire la verità. Sappiamo, come cantava Caterina Caselli, che la verità fa male, ma è necessaria.

2 commenti:

  1. Poi in Italia c'è anche chi crede alle palle! Se uno ascolta i politici sul tg1 del collodiano Minzolini siamo apposto -.- Speriamo ci sia presa di coscenza e che la gente si svegli Fabio p.

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  2. Mamma mia io sono rimasta indietro, ma qui c'è un post più interessante dell'altro, spero di riuscire a mettermi in pari.
    Bravo Beniamino, splendida poi in finale la citazione della Caselli e della sua famosissima canzone sulla verità che ben conosco e a questo punto è bene dire la verità, canticchio con piacere!
    Lucia

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