lunedì 30 novembre 2015

30 novembre 1989, assassinato Alfred Herrhausen presidente della Deutsche Bank

Mentre siamo tutti preoccupati dal terrorismo islamico, i più giovani non possono ricordare la lunga stagione del terrorismo rosso e nero che ha colpito in Europa negli anni Settanta e Ottanta.
Il 30 novembre 1989, giusto 26 anni fa, Alfred Herrhausen, il presidente della più grande banca europea, la Deutsche Bank, venne assassinato. La prima rivendicazione fu fatta dal gruppo terroristico Rote Armee Fraktion (RAF).

All'indomani della caduta del Muro di Berlino, 9 novembre 1989, i terroristi decidono di colpire uno dei massimi esponenti dell'establishment tedesco. Herrhausen, 69 anni, era infatti da tempo grande amico e consigliere del primo ministro Helmut Kohl.
Per suscitare il maggiore clamore possibile, i terroristi la mattina del 30 novembre 1989 piazzano una una bomba telecomandata in un veicolo fermo, e al passaggio della macchina blindata del banchiere - a Bad Homburg, ricco sobborgo di Francoforte- , fanno esplodere l'ordigno.

Herrhausen aveva una formazione da manager industriale e una visione aperta e innovativa dei rapporti internazionali: perseguiva una strategia diretta a ridisegnare il ruolo della Germania riunificata, assegnandole una nuova centralità.
Pochi giorni prima di morire, consegnò al Wall Street Journal la sua tesi di una Germania ponte fra Est ed Ovest, dove la Deutsche Bank avrebbe giocato il ruolo di motore della riconversione industriale e del nuovo sviluppo democratico.
"Entro dieci anni", spiegò proprio al WSJ, "la Germania Est sarà il complesso tecnologicamente più avanzato d'Europa e il trampolino di lancio economico verso l'Est", sì che "Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, e anche la Bulgaria avranno un ruolo essenziale nello sviluppo europeo".

Herrhausen confidò di essersi scontrato "contro massicce critiche" quando aveva proposto al Fondo Monetario e alla Banca Mondiale di concedere ai Paesi dell'Est usciti dal comunismo una moratoria di qualche anno sul debito.

Il 4 dicembre 1989 sarebbe dovuto essere a New York a perorare, davanti all'establishment finanziario, la fondazione di una banca per lo sviluppo per l'Est Europa che finanziasse la ricostruzione e l'integrazione dell'Est con l'Ovest europeo.

Come intitolò la Bild il giorno dopo l'attentato, ci chiediamo il perchè dell'assassinio di Herrhausen.
Il corrispondente a Francoforte del Corriere della Sera Massimo Nava, a cinque anni dai fatti, nel 1994 scrisse: "La sua Mercedes blindata che salta in aria come un' auto giocattolo e' il simbolo della forza e della debolezza della Germania: che puo' stupire il mondo chiudendo in pochi mesi la "pratica" della riunificazione, ma indifesa di fronte al terrorismo, nonostante gli apparati di sicurezza e il formidabile servizio che protegge lo stesso Herrhausen, considerato il bersaglio piu' significativo dopo il presidente della Repubblica e il cancelliere. La reazione dei tedeschi e' composta, non ci sono isterie, il mondo finanziario e politico tengono bene. Gli anni di piombo sono alle spalle e si volta pagina subito, nella consapevolezza che il cammino del supremo interesse del Paese . la riunificazione . debba procedere senza intoppi. Pochi giorni dopo, il cancelliere Kohl presenta in Parlamento l' ambizioso piano in dieci punti e in dicembre trionfa nelle strade di Dresda, dove la gente dell' Est urla: "Siamo un solo popolo!". Nulla, nemmeno un clamoroso attentato, puo' fermare l' abbraccio delle due Germanie. Eppure qualcuno ci ha provato".

Fu un attentato contro l'unità tedesca, contro la Germania unita, DDR+BRD? Un delitto in nome della Storia? Nonostante l'attentato sia stato rivendicato dalla RAF, le successive indagini non sono riuscite a scoprire i responsabili. Siccome i capi storici del terrorismo rosso - come Andreas Bahder e Ulrike Meinhof -  erano in carcere, si parlò della Stasi, dei servizi segreti della DDR, che avrebbero addestrato terroristi dell'Ovest. Si parlò anche della responsabilità della CIA, ma siamo nella fantapolitica.

Come nel nostro "affaire Moro", anche i tedeschi hanno parecchi nodi da sciogliere. Agli storici il duro compito di fare luce. Con gli archivi aperti.

1 commento:

  1. Sono certo che quando anche gli archivi della BND saranno aperti ne sapremo di più. Da quelli della Stasi su questo non è venuto fuori niente. Comunque , mi sembra evidente che il progetto di Herrhausen di integrazione della DDR era ben diverso dall'annessione monetaria e poi politica che ha poi avuto luogo

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