lunedì 11 gennaio 2016

Donare i propri libri ad una biblioteca è un gesto di enorme valore. L'esempio di Vittorio Coda

Vittorio Coda
Il 23 novembre scorso ho partecipato all'inaugurazione dell'anno Accademico della Carlo Cattaneo-LIUC, l'università dove insegno (a contratto) Sistema finanziario. L'aula era gremita e attenta, curiosa di sentire e conoscere il nuovo rettore, prof. Federico Visconti.

Il compito di Visconti non sarà facile perchè il suo predecessore Prof. Valter Lazzari, ha compiuto un lavoro enorme, consentendo alla LIUC di salire nelle classifiche italiane, oltre che offrire l'opportunità di un percorso all'estero a migliaia di studenti. Il discorso di Visconti mi ha sorpreso nella misura in cui i riferimenti a Marco Vitale, mio professore in Bocconi, erano numerosi quanto inaspettati. Siccome Vitale è stato tra i fondatori della LIUC, è stato giusto e doveroso ricordarlo per bene: "Nella presentazione alla cittadinanza di Castellanza, il 28 novembre 1990, Marco Vitale identificava gli indirizzi strategici del progetto universitario con queste parole: "Pluralismo culturale nell’autonomia dell’istituzione; severa preparazione tecnica ma inquadrata in un’ampia visione culturale e scientifica; ideologia dello sviluppo, dell’imprenditorialità e della responsabilità; ricerca di
collaborazione ed integrazione con altri istituti di formazione sia di livello universitario che di scuola media superiore che di altra natura speciale".

Federico Visconti inaugura l'anno accademico in LIUC
Visconti, da buon aziendalista, ha deciso di invitare per la prolusione il prof. Vittorio Coda, maestro per un'infinità di persone, nonchè uno di coloro che contribuirono a tenere a battesimo la LIUC 25 anni fa.
Fin dalle prime volte che l'ho sentito parlare, Coda mi ha colpito per l'esattezza del linguaggio. Non va sprecata una parola. La ricerca del termine corretto è impressionante. Dopo tanti anni di frequentazione, Coda mi ha scritto una mail che ho conservato nel mio archivio per la sua pregnanza. La condivido perchè merita: "Il comportamento di ciascuno di noi va posto al vaglio di un attento discernimento". Da esegeta dei testi biblici, Vittorio Coda usa il termine, ormai desueto, "discernimento", a cui teneva in particolare Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.

A un certo punto del suo intervento (tutto da leggere con la matita in mano per riflettere sui diversi passaggi) Vittorio Coda ha annunciato di voler donare la sua biblioteca all'università Carlo Cattaneo-LIUC. Fioccano gli applausi. Io sono scosso da questa volontà di Coda (che ha compiuto 80 anni nel giugno scorso). Donare i propri libri alla generazione successiva è un gesto di enorme valore, reale e simbolico.
Penso ai miei libri, al rapporto con loro, come fossero dei figli, soprattutto con alcuni di loro. E penso: "Sarò in grado un giorno di liberarmi della mia amata biblioteca"? Ci penserò.

Un'altra bella notizia di qualche settimana fa è che le vendite dei libri di carta negli Stati Uniti sono cresciute passando da 559 milioni di copie del 2014 ai 571 del 2015. E il mercato digitale è calato dal 22 al 20% del totale. Vengono quindi smentite le profezie negative. Il libro di carta è vivo e vegeto.

Nel meraviglioso "Memorie di Adriano", Marguerite Yourcenar scrive: "Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo, nel suo aspetto di "passato", coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti".

Grazie Vittorio per il tuo gesto. L'inverno dello spirito sarà meno gelido con i tuoi libri.



 

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