giovedì 7 settembre 2017

Tesoretto, parola nefasta, frutto di una cultura da Strapaese

Non appena i conti pubblici accennano un qualche miglioramento, ecco apparire subito i trivellatori della spesa pubblica (Guido Carli, cit.), coloro che intendono scaricare il risanamento sulle future generazioni, che non votano ancora o che devono ancora nascere.
La parola che chiarisce subito le intenzioni dell'interlocutore di turno è "tesoretto". Non appena la doveste sentire, fuggite a gambe levate perché le conseguenze possono essere solo negative.
Secondo il vocabolario Garzanti, Tesoretto indica la somma che la finanza pubblica si trova a disposizione in più di quanto aveva previsto, per aumentato gettito fiscal e in particolare per le riduzioni dell'evasione".
Con il terzo debito pubblico del mondo, parlare di 'tesoretti' non ha assolutamente senso. Prima di festeggiare, occorre ridurre la spesa corrente, poi andare in surplus di bilancio annuale e poi ridurre il mostruoso debito pubblico.
Il sociologo Ilvo Diamanti su Repubblica, "le parole non sono semplici simboli che significano la realtà. Ma contribuiscono, a loro volta, a costruire la realtà sociale. Oppure a modificarne il senso, dunque: la percezione".

Fausto Bertinotti
Uno dei primi a usare la parola "tesoretto" fu il "Parolaio rosso" (Giampaolo pansa, cit.) Fausto Bertinotti, il quale gira con la scorta da ex presidente della Camera, ha una sbalorditiva pensione calcolata con il metoro retributivo e spara un sacco di panzane.
Non ci meravigliamo che I ciellini - alla ricerca di una nuova guida, dopo la fine dell'amore con Roberto Formigoni - lo abbiano applaudito al loro Meeting agostano.

Vi ricordate Guzzanti quando imitava Fausto Bertinotti? Spassosissimo.

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