mercoledì 6 ottobre 2010

Obama, il deficit, la guerra, i Tea Party

In tutto il mondo – meglio dire in Occidente, poichè la crisi più che mondiale è stata internazionale - la crisi economica ha indotto gli Stati sovrani ad aumentare la spesa pubblica e il deficit spending. Il risultato sotto i nostri occhi è l’incremento spaventoso dei due rapporti classici: deficit/PIL e debito/PIL.


Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, http://www.bis.org/, nel 2011 gli Stati Uniti avranno un rapporto deficit/PIL tra l’8 e il 10% e un rapporto debito/PIL nell’intorno del 100%.

Anche il Presidente degli Stati Uniti d’America è in difficoltà. Vorrebbe aumentare la spesa pubblico ma il Congresso si oppone. E le prossime elezioni di mid-term sono vicine e a lui – secondo i sondaggi – sfavorevoli. Buon ultimo, il finanziere e filantropo di orgine ungherese George Soros http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2010-10-06/caro-obama-spendi-invece-091654.shtml?uuid=AYFqTDXC lo invita a spendere.

Allora – siccome gli vogliamo bene – vorremmo umilmente dare qualche consiglio, dal lato dei costi.

Ci permettiamo di ricordare che gli US hanno speso 750 miliardi di dollari per la Guerra in Iraq e 350 miliardi di dollari per la Guerra in Afghanistan.

Il piano per lo sviluppo delle infrastrutture – proposto da Obama - da 50 miliardi di dollari rappresenta quindi solo il 4,6% del costo complessivo di queste due Guerre.

Invece che battagliare con i Repubblicani – e i retrogradi Tea Party – Obama farebbe meglio a essere meno disponibile agli interventi militari. La mentalità interventista degli Stati Uniti è il suo più grande nemico. E anche del mondo.

In relazione all’abolizione dei tagli fiscali per le classi abbienti, ereditati dall’Amministrazione Bush (si tratta di riduzioni di aliquote sul reddito, la nostra IRE, per individui che hanno un reddito superiore ai 200.000 dollari e famiglia con reddito superiore ai 250.000 dollari; complessivamente rappresentano il 2/3% della popolazione statunitense), Obama nel suo weekly address ha recentemente dichiarato: “On average, that’s a tax cut of about $100.000 for millionaires. Instead of cutting taxes for the wealthiest few, I’ve called for tax cuts for middle class families who saw their incomes shrink by 5% during the last, lost decade”.
Rendere permanenti questi tax cuts costerebbe all’Amministrazione US 3.300 miliardi di dollari.

Obama, adesso sai dove tagliare. Almeno provaci.

3 commenti:

  1. Magari fosse così semplice...

    Sappiamo tutti che il presidente degli USA ha bisogno dell'appoggio dei grandi colossi economici per poter governare.. E cosa c'è di più grande e potente dell'industria petrolifera? Questa sostiene l'intervento militare in quelle zone ricche di risorse minerali come Iraq e Afganistan.. Per non parlare delle spinte che arrivano da parte dell'industria degli armamenti... Questi giganti sostengono il governo, quindi possono guidarlo dove desiderano..

    Insomma, sarebbe bello se Obama potesse tagliare certe assurde voci di spesa che sono sotto gli occhi di tutti, ma purtroppo non viviamo nel paese delle meraviglie, ed anche il presidente "abbronzato" deve rendere conto a qualcuno per poter governare e fare qualcosa per migliorare, almeno in parte, il suo paese...

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  2. condivido totalmente quanto scritto sopra. Purtroppo anche lui deve "convivere" con certe realtà e lobby e come abbiamo visto non è il solo campo in cui si trova in difficoltà. Gli immancabili sondaggi sono implacabili ma rappresentano l'altra faccia della medaglia; non sempre si riesce a tramutare i sogni (e le belle parole) in fatti. Certamente ci sarà un giorno in cui anche gli USA non si sentiranno più una potenza "globale" e perennemente sotto scacco. Ma al momento non è cosi. O almeno fino a quando i Cinesi non decideranno di riscattare le "cambiali" del debito USA visto che sono loro i maggiori possessori di titoli di stato americani. Sandro

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  3. bell'articolo!
    è una realtà triste. anche personaggi propositivi come Obama giovani e dibuone speranze sono alla mercè del governo ombra americano: armi,petrolio e soldi.

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