giovedì 21 aprile 2011

Maradona, la pigrizia degli italiani e le obbligazioni bancarie

Tutti noi ci ricordiamo quali mirabilie riusciva a compiere Diego Armando Maradona con il pallone - calcio mistero senza fine bello cantava il grandissimo Gianni Brera. Ma Maradona durante la settimana non aveva voglia di allenarsi. Stava a letto e girava per il bassi di Napoli accompagnato da persone poco raccomandabili. Ma la domenica era sempre il numero uno, un fenomeno. Pigro ma fenomenale.

L’italiano medio non è da meno. E' molto pigro. Ama guardare la tv, ma soprattutto chiacchierare. C'è un però. Al contrario di Maradona, nell'ambito della scelta degli investimenti possibili, è una schiappa di quarta categoria. Altro che serie A.
Un esemplare di italiano pigro
Non legge. Nè giornali, nè settimanali – abbiamo la minor diffusione dei paesi avanzati – men che meno libri. Figuriamoci se si mette a leggere prospetti informativi e regolamenti, la cui lettura – meglio dire il dichiarare d’aver letto - è obbligatoria prima dell’acquisto di una obbligazione bancaria.

I prospetti e i fogli informativi sono noiosi. Ma le informazioni ci sono.

Citiamo il caso dell’obbligazione (l’emittente è irrilevante, tutte le emissioni si assomigliano) – Eur/USD callable 28.12.2012 (ISIN XS0332687002). Nel foglio informativo è scritto: “Primo prezzo di emissione 100%. Scomposizione del prezzo di emissione:
- commissioni di collocamento 5%;
- prezzo di emissione al netto della commissione 95%
- prezzo di emissione= 100%

Se viene scritto chiaramente che le commissioni di collocamento sono del 5%, la responsabilità dell’investitore (nel non prendersi cura del suo patrimonio) è rilevante.

Quando si procede all’acquisto di un frigorifero – valore circa 500 euro – una famiglia si informa in modo capillare: va da Mediaworld, Trony, Unieuro, Castoldi, nel negozio sotto casa, chiama la sorella, la madre, la zia, gli amici. E la comparazione è fatta seriamente.

Quando si deve investire una cifra importante – che so 100mila euro - si entra in banca – già scontenti, con l’idea subito dopo di fare cose più interessanti – si firma l’acquisto di quello che offre il nostro “consulente” – sicuramente indipendente! – indipendentemente da cosa ci venga proposto, comprese le firme delle clausole vessatorie e la conferma di aver letto il prospetto informativo, e si esce belli soddisfatti.

Se la moglie del nostro investitore gli chiede a cena: “Quanto rende l’obbligazione che hai comprato oggi?”, la risposta è: “Mah, mi sembra il 3 o 4%”. La verità qual è? Sta nel prospetto. Con commissioni di collocamento pari al 5%, avendo investito 100mila euro, nel momento in cui si schiaccia il pulsante di uscita dalle porte infrangibili, il rendimento negativo – perdita secca – è del 5%. Aveva 100mila. Pochi minuti dopo ha solo 95mila euro. Se solo avesse bisogno di quei 100mila euro l’indomani, incasserebbe solo 95mila euro. Un bell’investimento. Niente da dire! In gergo, si direbbe che l’investitore – inconsapevole – ha un mark-to-market negativo di 5mila euro.

Guido Rossi in un suo attualissimo saggio La scalata del mercato. La borsa e i valori mobiliari (Il Mulino, 1986), scrisse: “Nelle università degli Stati Uniti, un Paese che ci ha preceduto da svariati decenni nel controllo del mercato mobiliare, si insegna che la “securities regulation”, la disciplina dei valori mobiliari, parte dall’elementare principio che “chiunque può vendere uova marce a un milione di dollari l’uno, purché il compratore sia informato che le uova sono marce, che il prezzo è esagerato e che in fondo non si tratta di un buon affare (p.79).

P.S.: per approfondimenti si consiglia il Quaderno Consob di luglio 2010: Le obbligazioni emesse da banche italiane. Le caratteristiche dei titoli e i rendimenti per gli investitori
R. Grasso, N. Linciano, L. Pierantoni, G. Siciliano N. 67 Studi e Ricerche

P.S.(2): si consiglia la lettura di Emanuela Audisio, Il ventre di Maradona (Mondadori, 2006)

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