martedì 30 agosto 2011

Sarà forse uno scossone violento, quello che scuoterà un giorno il Paese dal suo torpore

L'andamento dell'indice FTSE Italia 
Abbiamo letto che Emma Marcegaglia, leader di Confindustria, non vuole scossoni in un momento delicato come questo. Piuttosto auspica che l'Italia possa riguadagnare la fiducia dei mercati attuando le misure di austerità necessarie (anche se non proprio quelle indicate dal governo), avviando le riforme strutturali e puntando di più sulla crescita.

Quando si parla di scossoni, la mia memoria torna a una lettera scritta nel 1989 da Paolo Baffi - icona fotografica e morale di questo blog, Governatore di Banca d'Italia dal 1975 al 1979, consigliata la lettura del post Paolo Baffi, Governatore integerrimo a lui dedicato - a Guido Carli, suo predecessore in Banca d’Italia: “Sarà forse uno scossone violento, quello che scuoterà un giorno il Paese dal suo torpore” (la citazione è tratta da Cinquant’anni di vita italiana, all’interno di un capitolo intitolato “Perchè non sono riuscito a piegare il deficit”, in qualità di Ministro del Tesoro).

Paolo Baffi, Governatore integerrimo
Quale scossone deve ricevere l’Italia per scuotersi dal torpore? Sembra che la nostra classe politica – tutta, indistintamente - sia assolutamente impermeabile, incapace di reagire, di prendere dei provvedimenti strutturali, di cui tutto ormai conosciamo la necessità.

Proprio il Governatore della BCE Trichet l’altro giorno ha detto con saggezza: “Gli acquisti titoli pubblici sul mercato secondario (all’interno del Securities Market Program, ndr) non possono essere utilizzati per aggirare il principio fondamentale della disciplina di bilancio”.

Dobbiamo forse rivedere lo spread Btp-Bund a 700 basis point? Speriamo di no.

lunedì 1 agosto 2011

La nascita del blog e due banchieri a confronto: Mattioli e Cuccia

Era il 30 luglio 2010. Dopo un leggero travaglio è nato il blog Faust e il Governatore.
Sono stati i miei studenti la molla. A lezione vedevano che il poco tempo a disposizione mi impediva di spiegare adeguatamente la storia economica del Novecento. Ed esaltarne le figure positive.

Allora ho rotto gli indugi e ho iniziato a scrivere (poi non ho più smesso: 160 post scritti, 45.502 pagine lette, grazie lettori). Non sapevo come chiamare il blog. Sulla mia scrivania piena di articoli, paper, tesi, ricerca economica, ho tirato fuori un riferimento sempiterno, Cinquant'anni di vita italiana, il racconto di Guido Carli sugli anni da Governatore della Banca d'Italia, Presidente di Confindustria e Ministro del Tesoro.

Carli al suo ritorno da Maastricht nel dicembre 1991 - dopo aver condotto con successo la battaglia per consentire all'Italia di entrare nell'Unione Economica e Monetaria - convocò i cronisti al Ministero del Tesoro. Invece che commentare il Trattato - che poi venne firmato il 7 febbraio 1992 - prese dalla biblioteca una vecchia copia del Faust di Goethe.

Nella seconda parte del Faust, Mefistofele consiglia all'Imperatore di finanziare le proprie guerre contro l'Antimperatore stampando banconote senza preoccuparsi della loro quantità. Il popolo è felice, consuma. La crescita dell'economia riparte. L'Imperatore è stordito dalla meraviglie che gli vengono prospettate, ma obietta: che cosa garantirà il valore di quelle banconote? Mefistofele suggerisce di stampare moneta senza preoccuparsi di garantirne il valore, la stabilità. Finanziandoli con l'inflazione.

Attualissimo, visto l'incredibile costo del consenso in Italia.

Come l'anno scorso nel post iniziale - Hanno tutti ragione , dedicato al divertentissimo libro di Paolo Sorrentino, il cui protagonista è l'indimenticabile Tony Pagoda - così anche oggi vi consiglio una lettura per l'estate: Mattioli e Cuccia. Due banchieri del Novecento (Sandro Gerbi, Einaudi, 2011).

Mattioli e Cuccia sono stati i due banchieri italiani più rappresentativi del Novecento. Lavorarono a lungo insieme, si stimarono e nutrirono sentimenti d'affetto reciproco. Frutto del loro sodalizio fu, nel 1946, la creazione di Mediobanca, affidata a Cuccia e destinata a sostenere lo sviluppo delle imprese italiane.

Sandro Gerbi, figlio di Antonello - capo dell'Ufficio Studi della Comit, mandato da Mattioli in Peru per sfuggire alle leggi razziali - con documenti inediti, racconta il crescente disagio di Mattioli per l'indirizzo assunto da Mediobanca, troppo banca d'affari agli occhi di Mattioli.

Vi lascio con una citazione di Cuccia: "Pensi che terribile Paese è il nostro, dove nel '72 si licenzia un Mattioli e nell'87 si nomina primo ministro un Goria".

P.S.: il padre di Enrico Cuccia di chiamava Pietro Beniamino. Visto che mio padre si chiamava Piero e io Beniamino, ci sono concrete possibilità che mio figlio Francesco sia un grande banchiere.

Buone vacanze.