martedì 22 novembre 2011

I Maestri esistono ancora?

Il 25 gennaio 1996 all’Università Bocconi il prof. Gianfranco Piantoni tenne una lezione dal titolo: “Esistono ancora i Maestri?”. Il positioning paper – che potete trovare a questo link - ha un attacco fulminante: “Non esiste comunità senza maestri e discepoli. E’ un rapporto che si prolunga nel tempo, al di là del distacco. Quando riaffiorano i volti delle persone che sono state nostri maestri, ritornano alla memoria tanti ricordi che credevamo sepolti e dimenticati. Invece, da sempre, i loro valori continuano ad alimentarci, spesso in maniera inconscia. Siamo stati gli ultimi ad aver incontrato dei grandi maestri? Salvaguardano soltanto la memoria o sono destinati a incidere in profondità in ogni generazione? In altri termini: esistono ancora i maestri?”

Oggi 22 novembre compie gli anni (auguri!) la mia insegnante di lettere, Luciana Audagna, e voglio ringraziarla con le parole del Prof. Piantoni, che faccio completamente mie: “Il maestro potremmo definirlo così: una persona singola, e pertanto un volto ben definito, che in un momento della nostra vita è entrato per sempre nelle nostre radici e si è trasformato in un valore che chiede di continuare a vivere”.

La Prof.ssa Audagna – continuo a darle del Lei, ovviamente – mi ha trasmesso nel 1985 l’entusiasmo nell’apprendere, il desiderio di sapere, la fortissima curiosità. Le sue doti maieutiche hanno decisamente contribuito a trasformare un lettore della Gazzetta dello Sport – che mio padre non considerava un quotidiano – in un lettore onnivoro e oggi addirittura in un prof. universitario.

Nell’imprescindibile The World is flat, Thomas L. Friedman scrive con saggezza: “Quando penso ai miei professori preferiti, non ricordo con precisione cosa mi insegnavano, ma ricordo perfettamente l'eccitazione che provavo a impararlo”. E ancora: “Ciò che mi è rimasto non sono le nozioni che mi hanno trasmesso, ma l'entusiasmo per l'apprendimento che sapevano ispirare. Per imparare ad imparare bisogna amare l'apprendimento, perché quest'ultmo si fonda in gran parte sulla capacità di trovare in se stessi la motivazione a istruirsi”.

Una mia studentessa - outlier - mi ha scritto un commento interessante: “Parlando degli esempi positivi che ho avuto la fortuna di incontrare , una frase che trovo perfettamente azzeccata è quella sui maestri di vita: "regalano il piacere di pensare e di esistere"; leggendola quasi mi emoziono per quanto mi riconosco in essa.
Un bravo maestro è capace di darti continuamente nuovi stimoli, non ti lascia il tempo di riposare dopo avere raggiunto una meta, perché è già pronto a proporti una nuova sfida (che sia un esame da preparare, un libro da leggere o, perché no, una tesi che può sembrare più grande di te); e lo può fare perchè un bravo maestro conosce i propri alunni, riesce a intuirne i limiti ma soprattutto le capacità inespresse, e le fa fiorire. Ha la pazienza di ascoltare e, se necessario, correggere le persone che "ha preso sotto la propria ala", ma senza imporre in alcun modo il proprio pensiero: all'allievo lascia sempre la possibilità di seguirlo o di fare le proprie scelte”.

Il maestro ha il gusto della parola. E’ dotato di un “vocabolario decisivo”. Ricordo ancora la mia prof. esclamare: “kalòs kai agatòs” , il bello e il bene greco; “due cuori e una capanna ma nella capanna ci sono i granchi grossi così”; gli episodi del Drive-in declinati nella realtà; “A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti”; “l’uomo ha un piede nelle caverne”; “quanto siete ignoranti, non sapete neanche chi è Jan Palach

Anch’io, pur non considerandomi un maestro, ho un mio “vocabolario decisivo”, che i miei studenti mi hanno ricordato qualche giorno fa via mail:

- la speculazione brutta e cattiva; conoscere per deliberare; andate in profondità; Ciampi gave the performance of his life; il mondo è piatto; è cambiato il baricentro economico del mondo; testa pelata Pascal Lamy; stay hungry, stay foolish; il tempo di è fatto breve; stand up speak out; se non hai grinta a 20 anni quando ce l’hai?; Carlo Azeglio.

Frequentando l’università, sentendo l’opinione degli studenti, credo che pochi prof. si rendano conto che fissare intere lezioni nella muta immobilità di lucidi preconfezionati è una falsificazione e un tradimento. Io ho imparato dal Prof. Claudio Dematté che, al termine delle lezioni, buttava via i lucidi. Ogni lezione fa storia a sè. Il futuro ha più fantasia di noi.

Cara Professoressa Audagna, il maestro apre nuovi mondi, al gusto della scoperta, al valore della diversità e all’arte del discernimento. Lei ci è riuscita. Grazie ancora.

9 commenti:

  1. Grazie!!!

    Il tema mi è caro.
    Credo nell’importanza di ricordarli, di trovarne di nuovi nelle diverse fasi della vita anche quando i primi ci hanno purtroppo lasciato e nel porci l’obbiettivo di esserlo a nostra volta.

    Raffaella L.

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  2. se ci si rifà al passato per fare capire ai giovani che il futuro non è solo merda, se si segue l'esemoio di alcuni del passato, è solo un modo diverso per partire col piede giusto verso il futuro.

    Fabio P. (stud)

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  3. Grande beniamino! E' sempre un piacere leggere il tuo blog....Michele C.

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  4. Caro Benia, come sai il tema è molto caro anche a me! Non se ne trovano tanti di Maestri in questo nostro "sgomitante mondo dell'auto-affermazione"... Credo che i "Maestri" , quelli veri, siano coloro che sanno proteggere un "credo", lavorando per la collettività più che per loro stessi. Coloro che sentono quello che scrivi nel tuo meraviglioso post, come il solo modo che hanno per vivere. Ogni giorno dedico parte del mio tempo a far si che la voce di mio nonno non si spenga; non solo la sua opera ma la curiosità che può generare, il rigore, i "Valori" che ne sostenevano gli "Atti"! Grazie per l'emozione che mi ha dato leggere le parole che hai scritto ...e BRAVO per come impieghi il tuo tempo!!! Paola (Albini)

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  5. Bello ed importante l’intervento sui maestri.
    A proposito di maestri pochi giorni fa mi è stato segnalato un proverbio ebraico che ho trovato profondissimo: “Gli amici e i maestri te li devi andare a cercare”.

    Cari saluti.
    Prof. Marco Vitale

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  6. oltre a essere pienamente d'accordo con quanto scritto nel post, vorrei aggiungere che un maestro deve essere per sua natura una persona generosa, pronta a condividere il suo sapere e non a farne tesoro personale. Nella vita abbiamo l'occasione di seguire e imparare dai maestri.che il desiderio di farlo superi la pigrizia mentale.
    Federico

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  7. Caro Beniamino,
    come tu ben sai io ho accanto un Maestro di Vita, e nonostante vi siano delle implicazioni ....per cui talvolta è più difficile rendersi conto della realtà e scindere le cose, mi accorgo perfettamente
    dell'enorme ricchezza,capacità,generosità ed abilità della persona che ho vicino che ha fatto da Maestro di Vita anche a me e confrontandolo mi sono resa conto di quanto ti dia a paragone con altri. Mi soffermo molto spesso anzi spessisimo a pensare e mi interrogo sarò mai degna e saprò mai ricompensarla e darle la giusta soddisfazione per ciò che tanto generosamente e gratuitamente mi ha profuso?
    Lucia

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  8. La differenza è sottile ma allo stesso tempo marcata e chiara: Maestro, con la M, e professore, con la p: il primo può essere il secondo ma non necessariamente lo deve essere, quello che fa la differenza infatti non è il COSA trasmette ma il COME.

    Il professore si fermerà sempre al COSA, e come tutti sappiamo il tempo passa, e una qualsiasi nozione affievolisce nel tempo, cosi come il ricordo di chi ce l'ha trasmessa; il COME, se si è riusciti a tramsetterlo, cosa non banale, resta indelebile nella memoria.

    Ottimo post,
    ciao
    Mattia

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  9. Ricevo e volentieri pubblico: "Se posso aggiungere la mia esperienza personale, il modesto alunno che ero venne risvegliato quanto meno alla curiosità dal prof di italiano al Liceo che ha così durevolmente influenzato il corso professionale della mia vita". Corrado Augias

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