lunedì 18 giugno 2012

L'Italia si gioca l'Europeo stasera: il "biscotto" e la cultura dell'alibi #Euro2012

Da diversi giorni in Italia non si parla d'altro. Il "biscotto" è ormai sulla bocca di tutti. Siccome non sappiamo battere gli avversari, elaboriamo teorie complottiste.

Stasera c'è la sfida decisiva con l'Eire guidata dal mitico Trapattoni. Ma il tema dominante è il "biscotto".

Il termine "biscotto" indica quella sorta di accordo tacito tra due squadre che crea vantaggio per entrambe a discapito di una terza squadra. Quindi “fare il biscotto” significa combinare un avvenimento tra due squadre di calcio, che ne traggono reciproco beneficio, a scapito di un’altra squadra.

Il termine biscotto deriva dall’ippica, dalla tecnica usata da chi voleva truccare le corse. In pratica veniva dato da mangiare al cavallo uno biscotto in cui erano state inserite sostanze proibite o doping che ne avrebbero alterato le prestazioni (sia in positivo che in negativo). In questo modo il “dopaggio” sarebbe passato inosservato, con la certezza che il cavallo avrebbe ingerito le sostanze proibite.

Invece di fare affidamento sui nostri mezzi, sulle nostre possibilità, escogitiamo la classica cultura italiana dell'alibi. La colpa non è nostra, giammai, ma degli altri.

Ma come dice il sempiterno Carlo Azeglio Ciampi, "Sta in noi".

Se l'indolente Balotelli, non la mette neanche a porta vuota, la colpa è della Spagna? Suvvia.

Valgono le parole efficaci di Massimo Gramellini: "Passiamo la vita ad aspettare chi non arriva mai. Da anni leggo articoli che auspicano la maturazione di Sua Indolenza Balotelli e la annunciano come imminente, sicura o altamente probabile. Ogni volta che segna uno dei suoi rari ma bellissimi gol c’è qualcuno che dice: ci siamo. Ogni volta che sfascia l’auto in un fosso o si addormenta davanti al portiere c’è qualcuno, magari lo stesso, che si contraddice: non ci siamo, ma ci saremo. Pochi hanno il coraggio di ammettere che Balotelli resterà sempre quello che è: un talento senza carattere, un eterno immaturo, una magnifica occasione perduta".


E' opportuno rifarsi a Julio Velasco, allenatore di origine argentina, con un palmares nella pallavolo invidiabile: 2 Campionati del mondo, 3 Campionati europei, 5 World League, 1 Coppa del Mondo, 1 Argento Olimpico.


Così Velasco. "L'alibi, oltre a distruggere l'armonia, impedisce di progredire, di imparare. E' una situazione che nella mia esperienza ho trovato ovunque. L'errore segnala la necessità di apportare modifiche, la scusa, invece, impedisce di mettere in moto delle risorse che, a volte, non si sa neppure di avere".

Basta parlare di biscotto. Sta in noi.

2 commenti:

  1. Come sempre, d'accordissimo! Davvero ho difficoltà a capire come ancora non ci sia chiaro che il nostro destino e futuro è nelle nostre mani e siamo noi responsabili del successo o dell'insuccesso.

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  2. Titolo della Gazzetta dello Sport di oggi: "Non dire TRAP se non ce l'hai nel sac". Molto meglio l'originate: "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".

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