lunedì 27 maggio 2013

Le donne multitasking sono la salvezza del Belpaese. Incoraggiamo le donne a lavorare!

Sabato 4 maggio si è svolto sul Monte Rosa il Trofeo Mezzalama, una delle gare di sci-alpinismo più complete al mondo. Si parte dai 2.020 metri dall'arrivo delle piste di Cervinia fino ai 3.800 del colle del Breithorn, dove si fa veramente la selezione delle 300 squadre in lizza, ognuna composta da 3 atleti. Tempo massimo per questo primo cancello - da cardiopalma: due ore e mezza. Per chi ce la fa, si apre lo spazio del ghiacciaio. Metà dei 45 chilometri di corsa sono sopra i 3.800 metri, un terzo oltre i quattromila".
Nel 2011 il vento del Nord congelò decine di atleti, non coperti a sufficienza. Le squadre di soccorso dovettero intervenire.
Il Trofeo Mezzalama - in nome è indicativo - è ritenuta la più massacrante tra le competizioni di sci alpinismo in alta quota: 45 km di gara, 2.812 metri di dislivello in salita, 3.145 in discesa.

Mi ha appassionato la storia della skyrunner Gloriana Pellissier - due figli, un marito e un lavoro part time, prima di entrare nell’esercito nel 2006. La maratoneta delle nevi, già vincitrice per quattro edizioni - del Trofeo Mezzalama.
Una donna tostissima, che dimostra come le donne multitasking siano degli esempi da imitare. Sentiamola: “Sono convinta che le donne saranno presto in grado di accorciare le distanze rispetto ai tempi degli uomini. In queste attività ci vuole determinazione, bisogna saper stringere i denti e utilizzare le proprie energie fino all’ultima goccia. La testa conta quanto il fisico. Pur essendo più forti, molti uomini mancano di questa determinazione. Del resto non è così anche nella vita? Io mi alleno tutto il giorno, ma poi devo tenere la casa, fare la spesa, lavare e stirare, fare la mamma e la moglie. E’ una scuola durissima, che mi viene buona in gara sui ghiacciai e sulle creste, quando capisco che anche i limiti più estremi possono essere superati”.

In un’altra intervista di anni fa Gloriana disse: “Gli allenamenti sono molto faticosi e più lunghi rispetto alla corsa classica, ma questo non mi spaventa, anzi mi dà nuovi stimoli per continuare. Sono una persona a cui piace emergere, vincere... e non esiste buon piazzamento che possa sostituire il profumo di una vittoria. Ogni vittoria mi regala una grande carica che mi spinge ad allenarmi di più. E' uno sport duro, il fisico ti chiede in continuazione di mollare invece devi resistere, soprattutto con la testa. Inutile far finta che non ci siano sacrifici da fare, ci sono eccome! Devo allenarmi tutti i giorni, anche per 3- 4 ore. Ed è faticoso, stancante, a volte doloroso. Ma la soddisfazione di superare i propri limiti è unica. Pian piano l' organismo impara a conoscere fin dove può arrivare e questo è bellissimo”.

La mia amica imprenditrice Cav. Linda Gilli – Presidente di Inaz - spesso mi racconta come le donne che tornano dalla maternità siano fantastiche nel risolvere problemi e nel rientrare con passione ed equilibrio nella vita lavorativa.

Linda Gilli
Linda Gilli in un agile intervento all’interno di Impresa responsabilità imprenditoriale e flessibilità del lavoro, (M. Vitale, P. Ichino, L. Gilli, Piccola Biblioteca d’impresa, Inaz, 2009) spiega: “Per la lavoratrice si tratta di trovare le condizioni di rientrare in azienda in un contesto favorevole e compatibile con la nuova condizione familiare. Per l’azienda si tratta di mantenere il più possibile le persone di valore in azienda. Per esempio, in un’azienda di servizi nell’area informativa come la nostra, le donne hanno un ruolo e un’influenza decisiva. Le donne hanno una cura quasi materna del cliente, e questo per noi è importante. Hanno un alto livello scolastico, spesso universitario, un’ottima conoscenza della normativa”.


Come ci spiega Daniela del Boca su lavoce.info “In Italia il tasso di occupazione femminile è pari al 48 per cento, dato non diverso da quello registrato all'inizio del decennio. I maggiori problemi per le donne italiane nascono, ancora, dalla difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Una difficoltà che mette le donne (e ancora solo loro) di fronte alla scelta tra avere un lavoro e avere dei figli. Il risultato è che sia il tasso di occupazione femminile sia il tasso di natalità continuano a rimanere bassi.

Da ormai un decennio i tassi di fecondità in Italia si sono assestati intorno a 1,4 figli per donna. In attesa di una condizione lavorativa più stabile, i giovani postpongono sempre di più l’età in cui hanno il primo figlio e così la probabilità di non avere figli o di averne uno solo aumenta.

Il terzo nodo cruciale è la povertà infantile, il cui tasso, in Italia, si attesta al 15 per cento. La percentuale sale però al 22 per cento quando solo uno dei due genitori ha un lavoro. Il lavoro delle madri è un importante strumento di protezione dei figli dal rischio di povertà. Nei paesi dove le madri lavorano di più, i figli sono meno poveri. L'Italia, come si vede dal grafico 1, è uno dei paesi con più alti tassi di povertà e più bassi tassi di partecipazione. La flessibilità degli orari di lavoro svolge ancora un ruolo limitato nell’aiutare i genitori a conciliare lavoro e famiglia: meno del 50 per cento delle imprese con 10 o più dipendenti offre flessibilità ai propri dipendenti e il 60 per cento dei lavoratori dipendenti non è libero di variare il proprio orario di lavoro".

Nel Nord Europa – dove i tassi di occupazione femminile sono elevati – si tutela concretamente la famiglia. In Italia si parla di famiglia e poi non si fa nulla. Nel Sud Italia - dove non esistono nè asili nidi, nè il tempo pieno scolastico - i tassi di occupazione femminile sono tra i più bassi d'Europa.

A noi italiani piace parlare, bla bla bla. Solo chiacchiere e distintivo, direbbe Robert De Niro. Quando ci occuperemo dei problemi veri e di come risolverli?

lunedì 20 maggio 2013

Omaggio a Giovanni Falcone, formidabile magistrato

A scuola si studiano gli egizi 33 volte, i Promessi Sposi del Manzoni 42 volte ma pochi studenti in università sanno chi è Giovanni Falcone, formidabile magistrato, fatto saltare in aria nel maggio di 21 anni fa.

Il 23 maggio del 1992 una carica di cinque quintali di tritolo - posizionata in una galleria scavata sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine viene azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina - pose fine alla vita di un valorosissimo magistrato, Giovanni Falcone, giudice istruttore e procuratore della Repubblica aggiunto a Palermo e successivamente direttore generale degli Affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia. Nell'attentato persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta.

Falcone è stato l’unico magistrato che si sia occupato in modo continuo e con impegno assoluto di Cosa Nostra. Ha spiegato ampiamente perchè la mafia italiana costituisca un mondo logico, razionale, funzionale e implacabile: “Cosa Nostra è un’organizzazione, il cui regolamento, per essere rispettato e applicato, necessita di meccanismi effettivi di sanzioni. Dal momento che all’interno dello Stato-mafia non esistono né tribunali né forze dell’ordine, è indispensabile che ciascuno dei suoi “cittadini” sappia che il castigo è inevitabile. Chi viola le regole sa che pagherà con le vita”.

Il cratere di Capaci
Siccome ho il vizio della memoria, ho ripreso in mano Cose di cosa nostra (Rizzoli, 1991), l’intervista che la giornalista francese Marcelle Padovani fece a Falcone 22 anni fa.

Come avviene per i Maestri, le parole di Falcone non hanno perso nulla a distanza di tempo. Ci parlano come fossero di oggi.

Falcone si definiva così: “Sono semplicemente un servitore dello Stato in terra infidelium...Il mio conto con Cosa Nostra resta aperto. Lo salderò solo con la mia morte, naturale o meno”. Quando parla del padre, Falcone ne sottolinea la grande austerità: “Si vantava di non aver mai messo piede in un bar in tutta la vita”.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
A fronte di una mole di processi di mafia azzerati dalla Cassazione, Falcone introdusse un metodo perchè “senza un metodo non si capisce niente”. L'architrave di Falcone era: “Segui il denaro”: “Se hanno venduto droga in America del nord, nelle banche siciliane saranno rimaste tracce delle operazioni realizzate. Così hanno avuto inizio le prime indagini bancarie (processo Spatola, 1979). Accumulare dati, informazioni, fatti fino a quando la testa ti scoppia, permette di valutate razionalmente e serenamente gli elementi necessari a sostenere una accusa. Il resto sono chiacchiere, ipotesi di lavoro, supposizioni, semplici divagazioni”.

Il pubblico ministero milanese Ilda Boccassini – che si trasferì da Milano a Caltanissetta per scoprire gli assassini di Giovanni Falcone – segue lo stesso metodo: follow the money. E i risultati si sono visti.

Falcone dava fastidio e creava invidie. Un alto magistrato disse a Rocco Chinnici, capo dell'ufficio istruzione di Palermo: “Seppelliscilo sotto una montagna di piccoli processi, almeno ci lascerà in pace”.

La stessa Boccassini anni fa così si espresse: "Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.[...] Non c'è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di "amici" che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito".

Cosa significa mafia e lotta alla mafia? Sentiamo Falcone: “Cosa Nostra non è un anti-Stato, ma piuttosto una organizzazione parallela che vuole approfittare delle storture dello sviluppo economico, agendo nell’illegalità e che, appena di sente veramente contestata e in difficoltà, reagisce come può, abbassando la schiena. La mafia è l’organizzazione più agile, duttile e pragmatica che si possa immaginare, rispetto alle istituzioni e alla società nel suo insieme....Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una priovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia. La mafia non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, gente intimidita e ricattata che appartiene a tutti gli strati della società.

La mafia non è una società di servizi che opera a favore della collettività, bensì un’associazione di mutuo soccorso che agisce a spese della società civile e a vantaggio solo dei suoi membri.

La mafia si caratterizza per la sua rapidità nell’adeguare valori arcaici alle esigenze del presente, per la sua abilità nel confondersi con la società civile, per l’uso dell’intimidazione e della violenza, per il numero e la statura criminale dei suoi adepti, per la sua capacità ad essere sempre diversa e sempre uguale a se stessa”.

Con quali strumenti affrontiamo oggi la mafia? In un modo tipicamente italiano, attraverso una proliferazione incontrollata di leggi ispirate alla logica dell’emergenza....Le leggi non servono se non sono sorrette da una forte e precisa volontà politica, se non sono in grado di funzionare per carenza di strutture adeguate e soprattutto se le strutture non sono dotate di uomini professionalmente qualificati.

Professionalità significa adottare iniziative quando si è sicuri dei risultati ottenibili. Perseguire qualcuno per un delitto senza disporre di elementi irrefutabili a sostegno della sua colpevolezza significa fare un pessimo servizio. Il mafioso verrà rimesso in libertà, la credibilità del magistrato ne uscirà compromessa e quella dello Stato peggio ancora”. Parole sante, vista la quantità di processi che vengono intentati senza disporre di elementi irrefutabili.

Così lo ricorda Giorgio Bocca il 25 maggio 1992: "La ragione per cui Giovanni Falcone dovrebbe avere una medaglia d'oro della Resistenza è per quella folle, generosa volontà di resistere al peggio che continua a sopravvivere fra gli italiani, per cui un uomo di cinquantatrè anni va alla morte in un mondo di ladri, di profittatori, di retori, di furbastri che hanno messo a sacco lo Stato e non se ne vanno, e sono lì attaccati con le unghie e con i denti al loro sudicio potere e si permettono oggi di versare lacrime di coccodrillo su Giovanni Falcone come le hanno versate su tutti gli uccisi dalla Mafia in questi decenni".

Chiudo con una frase di Giovanni Falcone, che mi colpì particolarmente quando avevo 22 anni nel 1992. Falcone non volle dei figli per non lasciarli orfani: “Si muore generalmente perchè si è soli o perchè si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perchè non si dispone delle necessarie alleanze, perchè si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”.

Caro Giovanni Falcone, ti sia lieve la terra.

lunedì 13 maggio 2013

Il pesce rosso - che ha una memoria di 3 secondi - è un investitore di lungo termine

Abbiamo visto settimana scorsa nel precedente post  come un tweet falso su un attentato alla Casa Bianca abbia generato panico sui mercati.
Una situazione simile al 6 maggio 2010, quando abbiamo assistito a un Flash Crash.

Il 6 maggio 2010 i mercati erano già sotto pressione per timori legati al declassamento del debito europeo dei famigerati PIGS - Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. L’euro era in forte calo, visto che gli operatori si rifugiavano nel dollaro per paura del default della Grecia e conseguentemente dell’euro. Gli operatori erano dunque alla ricerca di qualità. In gergo si parla di flight to quality, cioè di fuga verso gli emittenti più affidabili come Stati Uniti e Germania. L’indice di volatilità – VIX – salì il 6 maggio del 31,7%, la quarta salita di sempre.

La pressione combinata di:

1. 75.000 contratti sul future S&P 500 posti in vendita dall’investitore istituzionale Waddell & Reed;

2. degli ordini provenienti dagli HF traders e da altri traders portarono l’indice future E-Mini S& P500 a perdere circa il 3% in soli quattro minuti dalle 2:41 alle 2:44 p.m.

Il report di SEC/CFTC mette in luce un aspetto interessante: la struttura del mercato si è rivelata meno robusta del previsto. L’insufficiente domanda sul buy side – liquidity dry-up rapidly - ha generato un effetto “patata bollente” – “hot potato” volume effect - in cui la stessa posizione veniva continuamente passata (o scaricata per meglio dire) ad altri, come nel gioco della Peppa Tencia, in cui si cerca di cedere al proprio avversario la donna di picche.

Nelle parole esatte del report: “Still lacking sufficient demand from fundamental buyers or cross-market arbitrageurs, HFTs began to quickly buy and then resell contracts to each other – generating a “hot-potato” volume effect as the same positions were rapidly passed back and forth. Between 2:45:13 and 2:45:27, HFTs traded over 27,000 contracts, which accounted for about 49 percent of the total trading volume, while buying only about 200 additional contracts net”. Quindi gli high frequency traders protagonisti del mercato in acquisto e in vendita, ma acquirenti netti solo di 200 contratti.

La profondità del book in acquisto sul contratto E-Mini S&P 500 passò da 6 miliardi di dollari a inizio giornata a 58 milioni di dollari – che rappresenta l’1% rispetto ai livelli di partenza.

In soli 4 minuti e mezzo – dalle 2:41 p.m. alle 2:45:27 p.m. il prezzo dell’E-Mini future S&P 500 perse più del 5% e il prezzo dell’indice cash S&P 500 perse oltre il 6%.

Alle 2:45:28 p.m. scattò il blocco (si parla di circuit breakers ) delle contrattazioni (Stop Logic Functionality, SLP) – durato solo 5 secondi! – al Chicago Mercantile Exchange (CME), creato per prevenire e arginare cali improvvisi. L’effetto fu positivo perchè quando il trading riprese, alle 2:45:33 p.m., i prezzi si stabilizzarono e poco dopo l’E-Mini future S&P 500 iniziò a salire portandosi dietro l’indice cash S&P 500.

Nei 20 minuti dalle 2:40 p.m. e le 15.00 p.m. più di 20.000 trades su oltre 300 titoli azionari diversi – mercato a pronti quindi - furono eseguiti al 60% o più di scostamento rispetto al prezzo segnato alle 2:40 p.m. . "After the market closed, the exchanges and FINRA (Financial Industry Regulatory Authority) met and jointly agreed to cancel (or break) all such trades under their respective “clearly erroneous” trade rules".

I market maker e gli high frequency traders sono stati messi sotto accusa perchè nelle fasi frenetiche di attività tra le 2:40 e le 15:00 p.m. hanno offerto dei prezzi in bid – cosiddette stub quote – molto lontani dai prezzi di pochi istanti prima. Alcuni investitori hanno venduto/comprato a prezzi completamente irrazionali (anche a un penny!). Per portare un esempio, Procter & Gamble, presente nell’indice Dow Jones, è passata da 60$ a 39.37$ in 3 minuti e 30 secondi (un calo del 36,14%!), per poi recuperare quota 60$ in un solo minuto.

Tiriamo le fila.

Sappiamo tutti che la liquidità di un mercato è fondamentale. Consente di comprare e vendere in qualsiasi momento. E’ quindi un fatto di per sè positivo perché maggiore è la profondità del mercato – sul buy e sul sell side - meglio è. E soprattutto, più stretto è il bid-ask spread (cioè la differenza tra la più alta proposta di acquisto, bid, e la più bassa proposta di vendita, ask), minori sono i costi di transazione per l’investitore. Come ben dice Sebastian Mallaby sul Financial Times del 22.9.10 “ We should clone the robo-trader rather than revile him”: “Financial markets, like grocery markets, need participants who specialize in the short run. Denouncing high frequency traders for their quick turnover of inventory is like grumbling that your local shop only hold soap powder for the short term. Financial short termists are often called “market makers” because without them markets would not function….Bid-ask spreads in US stocks have fallen steadily since the 1980 and by about a third in four years. Savers have benefited, to the tune of billions of dollars”. In sostanza i risparmiatori – grazie alla liquidità del mercato offerta dagli high frequency traders – hanno ridotto i loro costi di intermediazione.

Abbiamo anche visto che la liquidità del mercato può svanire in un attimo – è una questione di secondi! – e quando il mercato raggiunge livelli parossistici di frenesia – come il 6 maggio 2010 – gli operatori si dileguano e offrono stub quotes (prezzi farlocchi, per intenderci), rendendo il mercato improvvisamente illiquido e quindi poco robusto.

Alcuni osservatori propongono di imporre agli HF traders una regulation più severa obbligandoli a fornire liquidità al mercato qualunque siano le condizioni di mercato.

Un lettore del Financial Times pochi giorni fa - a seguito dell’intervento di Mallaby - ha messo in luce una posizione avversa: “HF traders, who control two-thirds of the market volume, can move the prices anywhere they want as shown on May 6 2010. They don’t care whether the stock go up or down. In short, their market doesn’t reflect reality or analysis of fundamentals. The only analysis they do is fluctuation analysis. Clonare l’High Frequency Trading è come clonare il cancro”.

E’ evidente che il pericolo vero sia la perdita di fiducia degli investitori nei confronti del mercato azionario e nella sua funzione di price discovery. Se la fiducia nella classe di attività azioni dovesse venire meno a causa dell’erraticità dei mercati, allora sarebbero problemi seri. Suggeriamo di monitorare con attenzione quale sarà la raccolta netta 2010 dell’industria del risparmio gestito negli Stati Uniti. Secondo l’Investment Company Institute (The National Association of U.S. Investment Companies) nei primi 8 mesi del 2010 i fondi azionari negli Stati Uniti hanno subito deflussi netti per 244,7 miliardi di dollari (70 miliardi di dollari dopo il Flash Crash).

Peraltro i veri long term investors nemmeno sanno del Flash Crash, si sono giustamente disinteressati e non hanno subito alcun danno.

Premesso che la memoria del pesce rosso - goldfish - è di 3 secondi, Mr Wroble il 31.8.10 ha scritto con ironia al Financial Times: “At present more than 60% of share trading is done by computers. These machines trade into and out of shares at microsecond rates. This timeframe makes the goldfish a long term investor with an exceptional memory”. Non trovate fantastico che il pesce rosso sia ormai considerato - nella frenetica attività di trading di oggi - un investitore di lungo termine perchè 3 secondi sono un’eternità? Chissà cosa penserebbe Benjamin Graham!
Alla fine – nonostante tutto - noi siamo d’accordo con Mallaby: “The truth is computers are more likely than specialists to keep their nerve in turbulent markets, for the good reason they don’t have nerves”. Sono coloro che danno istruzioni sbagliate, come Waddell & Reed il problema. “Robo-traders must be deemed innocent. May they clone themselves a thousand times”.

lunedì 6 maggio 2013

Un tweet falso fa tremare Wall Street. Un altro Flash Crash come il 6 maggio 2010

Il 23 aprile scorso un tweet falso ha fatto tremare i mercati azionari americani. Wall Street ha temuto, a pochi giorni dalla bomba alla maratona di Boston, un altro attentato. Un hacker è riuscito ad entrare dentro l'account twitter di Associated Press e scrivere il seguente messaggio: "Breaking: Two Explosions in the White House and Barack Obama is injured".
In pochi istanti sono piovute sul mercato ondate di vendite ma fortunatamente la corrispondente alla Casa Bianca di AP, Julie Pace, è riuscita subito a smentire.

A me questo improvviso e velocissimo calo, amplificato dai sistemi di trading automatici, ha ricordato il Flash Crash di tre anni fa. Proprio in maggio.

Il 6 maggio 2010 i mercati azionari americani – sia a pronti che a termine – hanno registrato una giornata particolare, con oscillazioni così forti e anomale da indurre la SECSecurities and Exchange Commission - e la CFTCCommodity Futures Trading Commission – a ricercare le cause del pesante calo segnato dai mercati tra le 14.40 e le 15.00 – report “Findings regarding market events of May 6 2010”.
Il 6 maggio 2010 è ormai definito il giorno del Flash-Crash: un forte calo dei mercati durato solo alcuni minuti. L’indice Dow Jones – che riflette l’andamento dei 30 titoli più importanti del listino americano – perse 600 punti (circa il 6%) in soli cinque minuti, per poi recuperare.

I primi soggetti indicati come possibili colpevoli del Flash-Crash furono i traders, in particolare gli high frequency traders (HFT), e gli hedge funds, ambedue poi scagionati alla luce dei risultati evidenziati nel report.

Ma chi sono gli high frequency traders? High-frequency trading is the execution of computerized trading strategies characterized by extremely short position-holding periods. In high-frequency trading, programs running on high-speed computers analyze market data, using algorithms to utilize trading opportunities that may open up for only a fraction of a second to several hours. High-frequency trading, often abbreviated HFT, uses quantitative investment computer programs to hold short-term positions in equities, options, futures, ETFs, currencies, and all other financial instruments that possess electronic trading capability. High frequency traders compete on a basis of speed with other high frequency traders, not long term investors (who typically look for opportunities over a period of weeks, months, or years), and compete with each other for very small, and very consistent profits.

Peraltro attenzione a non confondere l’HFT con l’algorithmic trading: Algorithmic trading refers to any computerized trading strategy and can include the holding of assets for long periods, whereas high frequency trading is a sub class that aims for very short holding periods. Algorithmic trading, including high frequency trading, has been shown to substantially improve market liquidity among other benefits.

Per quanto questi sistemi di trading sembrino “forzare” il mercato nel senso tradizionale del termine, il crash (contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente) non è stato causato da niente di tutto ciò. Il colpevole è, invece, un tradizionale gestore di fondi, un investitore istituzionale: Waddell & Reed con sede nel Kansas, che con leggerezza di un ippopotamo ha deciso di passare un ordine di vendita – con finalità di copertura (hedging) di una posizione long – senza porre un limite di prezzo.

Chiariamo. Un investitore istituzionale è long – ha posizioni rialziste – per definizione. Infatti ha ricevuto il mandato dai suoi clienti di investire e quindi compra tipicamente azioni e obbligazioni. Per ridurre il rischio, ha in modo autonomo deciso di coprirsi, ossia immunizzare il portafoglio da eventuali cali di mercato attraverso la tecnica di portfolio insurance, ossia le vendita a termine di futures sull’indice più noto al mondo, l’indice Standard & Poors 500, alias S&P 500, al cui interno sono presenti – pesate secondo la capitalizzazione – i maggiori 500 titoli azionari quotati.

L’ordine di vendita non era leggero. Si trattava di 75.000 contratti sull’indice future S&P 500 (detto E-Mini) per un controvalore complessivo di 4,1 miliardi di dollari!

Dave Cummings ha saggiamento commentato:  “Wow! Who puts in a $4.1 billion order without a limit price? The trader at Waddell & Reed showed historic incompetence".

Nel report congiunto SEC/CFTC si legge: “However, on May 6, when markets were already under stress, the Sell Algorithm chosen by the large trader to only target trading volume, and neither price nor time, executed the sell program extremely rapidly in just 20 minutes….The execution of this sell program resulted in the largest net change in daily position of any trader in the E-Mini since the beginning of the year”.

Si è trattato chiaramente di un errore umano. Molti di noi si ricordano di HAL 9000 - il computer di bordo della nave spaziale del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick - che - leggendo nelle labbra gli astronauti - li sbatte fuori dalla navicella spaziale. E se al cinema i computer sono pericolosi quando pensano, nella vita reale sembrerebbero temibili per la ragione opposta. Ma come suggerisce Cummings “The trader could have easily put a price limit on the order, but recklessly chose not to. The Sell Algorithm performed exactly as it was designed. It angers me when people blame technology for what are clearly lapses in human judgment”.

Facciamo un passo indietro per cercare di chiarire meglio il punto.

In generale, un investitore professionale che voglia operare una vendita o un acquisto importante in termini quantitativi ha tre alternative, da scegliere a seconda dell’importanza che si vuole dare al giudizio soggettivo – human judgement:

1. passare l’ordine a un intermediario che
a. esegue l’ordine con un block trade – operazione Over The Counter (OTC) con una grossa controparte che compra il tutto;
b. oppure gestisce l’ordine discrezionalmente;

2. inserire manualmente l’ordine sul mercato;

3. far eseguire l’ordine attraverso un algoritmo di esecuzione automatica, che prende in considerazione le variabili chiave (scelte dal cliente) quali prezzo, tempo (di esecuzione) e volumi.

Il 6 maggio 2010, Waddell & Reed decise – opzione n. 3 - di passare al broker l’ordine di vendita per 4,1 miliardi di $, invitandolo a usare un algoritmo di esecuzione di vendita automatica, in gergo Sell Algorithm. L’unico vincolo prefissato – limite di volume – si esauriva nel divieto di superare il 9% dei volumi complessivi (calcolati sul minuto precedente). L’ordine, come abbiamo visto, venne eseguito in soli 20 minuti. Per procedere all’operazione inversa – il riacquisto dei 75.000 contratti, in gergo ricopertura – si resero necessarie ben 6 ore.

Affaticati? Facciamo una pausa di riflessione. Nei prossimi giorni la seconda parte. Vi aspetto.