venerdì 11 dicembre 2015

12 dicembre, anniversario della bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana: da apprezzare le parole del prefetto Marangoni sul caso Pinelli

Domani cade l'anniversario della strage di Piazza Fontana, dove persero la vita il 12 dicembre 1969 17 persone (oltre a 88 persone rimaste ferite). La strategia della tensione partì allora.
Su Piazza Fontana ha scritto pagine bellissime Corrado Stajano. Nel suo Destini (Archinto, 2014), nel ricordare Peppino Fiori, si legge: "Lo ricordo in piazza del Duomo, a Milano, il plumbeo mattino dei funerali delle vittime della strage di piazza Fontana, quando erano arrivati gli operai delle fabbriche, la Pirelli, la Falck, la Breda, la Magneti Marelli, a tenere il servizio d'ordine perchè dopo le bombe si temeva il golpe: centinaia di migliaia di uomini e donne, protetti da quelle tute bianche e blu, furono il segno che la comunità diceva di no all'avventurismo eversivo. Peppino con quel suo servizio visto da milioni di persone raccontò con chiarezza la paura di quei giorni e il coraggio di tutta una società pulita".

Settimana scorsa, in occasione della nomina a prefetto di Milano, l'ex questore Alessandro Marangoni, a pochi giorni da Piazza Fontana, è tornato sulla tragica vicenda di Pino Pinelli, accusato ingiustamente per la strage e morto tragicamente nei locali della Questura di Milano il 15 dicembre 1969.
Per chi non ricordasse, dopo la morte di Pinelli, si accese una violentissima campagna di stampa contro il commissario Luigi Calabresi, che verrà poi ucciso da Lotta Continua - sentenza passata in giudicato, Sofri, Bompressi e Pietrostefani condannati in via definitiva e poi graziati - la mattina del 17 Maggio 1972.

Il nuovo prefetto di Milano Marangoni ha detto: «Sono convintissimo che si debba ripensare al rapporto con la famiglia Pinelli. Viviamo un momento particolare, dove ci sono spazi di discussione e confronto, dove non dobbiamo temere di aprirci, di affrontare pagine di storia. Avremo risultati? Forse no. Ma mi piace citare la marcia degli alpini. La 33. Da valle a cima, sono sempre 33 i passi da tenere al minuto. La costanza premia, porta lontano».

Dopo che la meritoria azione dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha fatto incontrare - nel giorno della Memoria - le due vedove, Licia Pinelli e Gemma Capra Calabresi, è molto positivo, che il prefetto sia disponibile a fare luce su una vicenda che ha scosso l'Italia.

Se volete un consiglio di lettura per questo week-end, eccolo: Mario Calabresi (che a gennaio salperà come direttore sulla nave di Repubblica, auguri), Spingendo la notte più in là (Mondadori). Merita.


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